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Quando gli scout aprirono i cancelli di Villa Trabia

I palermitani nati negli anni ’80 probabilmente pensano che Villa Trabia sia sempre stata un giardino pubblico affollato ogni giorno di mamme con bambini, da giovani di ogni età, da anziani che vi trascorrono serenamente le tante mattine soleggiate che la natura regala anche in inverno alla nostra città. Come il Giardino Inglese, la Villa Giulia, la Villa Garibaldi.

Agli inizi del Settecento il fondo apparteneva al convento di S. Francesco di Paola. Intorno alla metà del secolo venne acquisito da Paolo Spinelli, che trasformò l’edificio rustico in villa suburbana arricchendola del primo impianto di giardino. Nel 1771 il fondo e la villa vennero venduti a Ottavio Gaetani e Lanza marchese di Sortino e principe di Cassaro, che arricchì il giardino con nuove specie botaniche, panchine, arredi e un labirinto.

Ne 1809 entrò in possesso della villa Giuseppe Lanza e Branciforti, principe di Trabia, il quale la acquisì come estinzione di un debito da parte di Ignazio Lucchesi Palli, principe di Campofranco e  iniziò la trasformazione dei vasti terreni ancora incolti in parco, adottando nel 1814 la tipologia di giardino.

Tra il 1886 e il 1903 circa l’architetto Giuseppe Patricolo si occupò della ristrutturazione dell’edificio residenziale, mentre il capo giardiniere Vincenzo Ostinelli di quella del parco, che nei decenni seguenti si continuò a espandere, divenendo un orto botanico a tutti gli effetti.

Nel 1949 con la morte di Giulia Florio, ultima principessa di Trabia e Butera, la villa e il parco, nel frattempo passati nella disponibilità del Banco di Sicilia, subirono un lungo periodo di degrado.

Chiuso da anni il monumentale cancello che si affaccia su via Marchese Ugo, affittati i locali della Villa al Circolo Unione,  i cui soci vi accedevano dall’ingresso secondario di via Salinas, il parco diventò una giungla urbana, rifugio di coppiette e teatro di commerci illeciti.

Molti ricorderanno come fosse possibile acquistare uova e prodotti orticoli dagli antichi fittavoli, rimasti abusivamente nella proprietà, attraverso un varco che si apriva nella recinzione proprio sotto il ponte che ancora oggi sovrasta via Piersanti Mattarella e corrisponde all’antico viale d’ingresso.

Nel 1983 il Comitato provinciale di Palermo dell’ Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani (AGESCI) decise di ripristinare l’antica tradizione della Settimana dello Scoutismo, periodo dell’anno in cui ricade il 22 febbraio, data di nascita del fondatore del movimento Lord Robert Baden Powell,e festeggiata in tutto il mondo come Thinking Day da oltre 40 milioni di scout appartenenti alle diverse associazioni nazionali.

Si pensò di ampliare la ricorrenza dando vita ad un’intera settimana di eventi e di manifestazioni di carattere internazionale che illustrassero le finalità educative dello Scautismo e l’impegno degli associati, non solo nella salvaguardia della natura ma anche nell’impegno civile, nella formazione di giovani leader, nella denuncia delle diseguaglianze sociali e, in Sicilia soprattutto,  nell’impegno a costruire la legalità e la lotta alla mafia  in anni che erano stati già segnati dalla mattanza tra le cosche e dagli assassini – tra i tanti, troppi, altri servitori dello Stato –  di  Boris Giuliano Piersanti Mattarella, Rocco Chinnici.

Per rendere pubblico questo rinnovato impegno a “lasciare il mondo migliore di come lo si era trovato”, si decise di allestire a  Villa Trabia un vero e proprio campo scout con tende, costruzioni realizzate con pali e legature, zone coperte per dibattiti pubblici e stand che raccontavano la storia del Movimento e i nuovi traguardi che lo stesso si era dato circa le nuove priorità: gli immigrati di colore di cui a Palermo nessuno si occupava, la valorizzazione dei beni culturali e ambientali, l’educazione come origine di ogni comportamento civile e politico fondato sulla partecipazione consapevole ai problemi della propria città.

Dopo un’edizione sperimentale che servì soprattutto a ripulire il parco da quintali di siringhe e da ogni genere di rifiuti, il 22 febbraio del 1984 il cancello della Villa su via Marchese Ugo fu aperto dalla forza dell’entusiasmo di centinaia di scout  e grande fu lo stupore dei palermitani nell’inoltrarsi lungo il viale che conduceva alla grande piazza con la fontana del Glauco e all’edificio centrale.

Oltre a rappresentanze di associazioni scout da diversi Paesi (Egitto, Malta, Regno Unito, Israele, Burkina Faso, Tunisia) intervennero in quei giorni i vertici dello Scautismo e del Guidismo Italiano, personalità della cultura, del mondo ecclesiale, magistrati ed esponenti istituzionali insieme a migliaia di cittadini di ogni età, tra cui anche un consigliere comunale che l’anno successivo sarebbe diventato il più giovane Sindaco di Palermo ed avrebbe inaugurato come tale l’edizione della Settimana dello Scautismo del 1985 a Villa Trabia.

Indimenticabili furono le visite di Don Pierino Gelmini e del poeta Ignazio Buttitta per il quale quella fu forse l’ultima apparizione pubblica. La domenica il Cardinale Salvatore Pappalardo, visibilmente soddisfatto per l’iniziativa, presiedette all’aperto  la solenne Celebrazione Eucaristica e,  nello stile che gli era proprio, elogiando gli scout e le guide per avere aperto una strada e dato un calcio all’ im della parola “impossibile” sollecitò le Autorità Comunali ad adoperarsi per la pubblica fruizione della Villa.

Nel corso di quell’anno il Comune divenne proprietario dell’immobile e del parco; dal 1994 vi si stabilì la sede dell’Assessorato alla Cultura; nel 1997  nei locali del pianterreno fu inaugurata una biblioteca multimediale mentre il parco, esteso quasi per otto ettari, viene spesso adibito a location per le più svariate manifestazioni culturali.

La missione degli scout era stata compiuta, le tende smontate e nuove rotte tracciate verso altre avventure e crescenti assunzioni di responsabilità.